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Il Check-Up Biomeccanico nel ciclista: oggi incontriamo Fabrizio Fagioli

Pubblicato il 22 settembre 2015 in angolo-andrea
Il Check-Up Biomeccanico nel ciclista: oggi incontriamo Fabrizio Fagioli con Bike Division

Sempre più negli ultimi anni la biomeccanica è diventata parte integrante e fondamentale di chi inizia il suo percorso in bici, sia agonistico che non. Oggi ho il piacere di presentarvi un amico, il Prof. Fabrizio Fagioli, Fondatore e Responsabile Tecnico di VELOSYSTEM, azienda di riferimento nel mercato nazionale e Internazionale della misurazioni in bicicletta e quindi della biomeccanica. Fabrizio oggi ci introduce al discorso della biomeccanica e all’importanza di approfondire, per ogni atleta, gli aspetti fondamentali dell’ergonomia e del posizionamento in bici.

Sempre più negli ultimi anni la biomeccanica è diventata parte integrante e fondamentale di chi inizia il suo percorso in bici, sia agonistico che non.

Oggi ho il piacere di presentarvi un amico, il Prof. Fabrizio Fagioli, Fondatore e Responsabile Tecnico di VELOSYSTEM, azienda di riferimento nel mercato nazionale e Internazionale della misurazioni in bicicletta e quindi della biomeccanica.

Fabrizio oggi ci introduce al discorso della biomeccanica e all’importanza di approfondire, per ogni atleta, gli aspetti fondamentali dell’ergonomia e del posizionamento in bici.

In generale, ci spiega Fabrizio, la biomeccanica ha come obiettivo quello di poter adattare la propria bicicletta alle esigenze personali e sempre diverse di ogni ciclista. Sia professionista che non, ogni amante delle due ruote in media pratica percorsi di medie lunghe distanze, diciamo dai 100 ai 200 Km che, a seconda delle capacità e del percorso, rappresentano dalle 4 alle 9 ore in sella su un mezzo privo di ammortizzatori.

Ciò comporta, secondo Fabrizio, l’esigenza di praticare un check-up biomeccanico capace di ottimizzare l’assetto di ogni bicicletta al fine di prevenire le tensioni e i dolori da sovraccarico e migliorare il confort e l’efficienza della pedalata.

Da questo punto di vista il controllo biomeccanico può e deve essere eseguito in modo approfondito curando anche i particolari che, in gare anche lunghe come quelle delle granfondo, possono fare la differenza. Avere una bici tecnologicamente avanzata ma non utilizzarla al meglio in base alle proprie caratteristiche fisiche è un errore da evitare.

Per questo motivo, soprattutto quando siano presenti tensioni e disagi, è opportuno rivolgersi a strutture qualificate e realizzare un check up biomeccanico specialistico.

Gli aspetti che devono essere controllati e ottimizzati, continua a spiegarci Fabrizio, sono gli appoggi, in particolare scarpe-tacchette, sella, manubrio.

Il controllo va fatto sia sotto l’aspetto ergonomico sia in base al posizionamento nello spazio, con attenzione alle asimmetrie, anche fisiologiche, che se non compensate possono causare alcune problemi come: limitazioni all’equilibrio della pedalata fra i due lati e  limitazioni dei parametri di guidabilità del mezzo.

Ottimizzare l’ergonomia significa, in generale, individuare i componenti più idonei alla propria struttura, e, dove possibile, personalizzarli e conformarli al proprio corpo.

Ad esempio la scarpa sarà adeguata in lunghezza e larghezza al proprio piede; poi la soletta personalizzata. La sella, inoltre, da personalizzare nella dimensione, in larghezza e nella forma oltre che nella densità dei materiali. Il manubrio e le leve freno devono essere conformate e regolate per favorire un’impugnatura priva di tensioni ed una posizione neutra del polso nelle due impugnature principali: alta sulla leva e bassa sulla curva.

 

Dopo l’ergonomia, la regolazione. Prima di tutto delle tacchette, in modo da posizionare il piede in un punto ideale rispetto al perno del pedale favorendo così l’efficienza della spinta e la prevenzione delle tensioni su piede caviglia e ginocchio.

La sella deve essere regolata in altezza e in arretramento al fine di garantire equilibrio nella contrazione dei muscoli della gamba e efficienza di pedalata.

Il manubrio deve essere regolato in altezza e distanza rispetto alla sella. Tale regolazione è assolutamente soggettiva e deve essere personalizzata anzitutto in funzione delle dimensioni di tronco e braccia e della loro mobilità articolare. Risulta assolutamente scorretto farsi guidare da parametri estetici o “pseudo” aerodinamici con la conseguenza di favorire l’insorgere di tensioni o dolori su schiena, collo, spalle, braccia e mani e una perdita di guidabilità e controllo del mezzo soprattutto alle alte velocità, in curva e in discesa.

L’ottimizzazione dell’ergonomia e una buona regolazione degli appoggi può, in molti casi, non essere ancora sufficiente per raggiungere la migliore efficienza biomeccanica e prevenzione del sovraccarico.

Le asimmetrie fisiologiche, ovvero, le differenze di lunghezza fra le due gambe, rappresentano per un ciclista, soprattutto sulla lunga distanza, un elemento capace di far  perdere efficienza e di favorire tensioni o sovraccarico funzionale su muscoli e articolazioni.

Individuare lato e entità della dismetria e attuare gli opportuni compensi rappresenta un fattore chiave per l’ottimizzazione biomeccanica.

 

Insomma, a conclusione di questo primo, parziale, ma molto interessante intervento, siamo in grado di dedurre che il check-up biomeccanico è un passaggio imprescindibile per ogni ciclista che voglia evitare di incorrere in problematiche fisiche e che anzi voglia migliorare le sue performance e ottenere il massimo comfort ed efficienza dalla sua pedalata. Contenuti che meritano nuovi e futuri approfondimenti che non mancheremo di presentarvi. Alla prossima! 

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