LA PASSIONE PER IL CICLISMO: OGGI ANDREA TONTI INCONTRA…ANDREA TONTI > Bike Division Tour Operator - Cicloturismo, viaggi e vacanze in bicicletta! > Blog

Blog

aggiornamenti, notizie flash e curiosità da Bike Division

LA PASSIONE PER IL CICLISMO: OGGI ANDREA TONTI INCONTRA…ANDREA TONTI

Pubblicato il 10 ottobre 2015 in angolo-andrea
LA PASSIONE PER IL CICLISMO: OGGI ANDREA TONTI INCONTRA…ANDREA   TONTI con Bike Division

Oggi ho deciso di raccontarvi la mia passione, di raccontarvi in fondo la mia vita. La bicicletta. Lo faccio perché, fin dalla più tenera età, le due ruote, i pedali e la fatica, i sacrifici e la bellezza della gara e degli allenamenti hanno assorbito le mie ore, i miei giorni, i miei anni.

 

Oggi ho deciso di raccontarvi la mia passione, di raccontarvi in fondo la mia vita. La bicicletta.

Lo faccio perché, fin dalla più tenera età, le due ruote, i pedali e la fatica, i sacrifici e la bellezza della gara e degli allenamenti hanno assorbito le mie ore, i miei giorni, i miei anni.

Ancora oggi questo sport mi regala infinite soddisfazioni e non posso, almeno ogni tanto, non guardarmi indietro e non fare un bilancio, soprattutto ora che la mia attività agonistica si è allontanata ma non per questo il mio impegno e la mia dedizione per il ciclismo.

1985-2015: 30 anni di bici. Sembrano tanti ma a me sembra ieri quando in giro per gare e allenamenti mi accompagnavano mio nonno e i miei genitori: 3 generazioni accomunate da un legame profondo e viscerale che, misto all’affetto, genera una complicità che solo lo sport è in grado di alimentare.

Tutto parte dall’atletica che ho iniziato a praticare da giovanissimo e che mi ha fatto subito capire che avevo resistenza e tenacia da vendere.

A 9 anni già vincevo le mie prime gare della domenica alle sagre paesane, gare di 2-3 km nella quali mostravo istinto e voglia di emergere.

Da qui il passaggio alla bici, grazie alla passione di mio padre in primis e di Maurizio Fondriest poi, è stato un percorso quasi automatico. Proprio con il pluricampione di Cles nasce un legame che mi accompagnerà per tutta la mia carriera e che ha rappresentato per me sempre uno sprone per andare avanti.

Già a 15 anni avevo ben chiaro in mente che la mia vita sarebbe stata scandita da uno stile di vita e alimentare diverso da quello dei miei coetanei. Ed è stato poi effettivamente così: giornate che iniziavano alle 6.00 con mezz'ora di stretching per poi fare 15 min di esercizi di respirazioni polmonari, fuori in giardino, per aumentare la mia capacità toracica; poi colazione e via a scuola, a meno che non avessi compiti in classe o interrogazioni, perchè altrimenti la sveglia era alle 4.00-4.30 per finire di ripassare. La sera, alle 21.30, ero “matematicamente” cotto, esausto: mai visto un secondo tempo di un film...

Anche dal punto di vista alimentare ho sempre seguito una dieta che variava quotidianamente in base agli allenamenti, alle gare, ai periodi di scarico. Una dieta ferrea e molto restrittiva: niente fritto, salumi, alcool, bibite gassate e tutto ciò che pensavo potesse essere causa di una cattiva prestazione.

Non mi ha mai pesato impormi tali limiti anche perché ho sempre avuto tutta la mia famiglia accanto, fiera e orgogliosa di quello che volevo. Ed io volevo riuscire in questo sport e basta.

Un percorso il mio, cercato, voluto, sognato e alla fine realizzato, passando attraverso tutte le nazionali giovanili. Vittorie e sconfitte ma anche tanti infortuni e cadute che mi hanno a volte pregiudicato periodi importanti della mia carriera, ma dai quali ne sono sempre uscito più forte, motivato e determinato. 

E poi la volontà, la passione che riesce ogni volta a spingerti sempre più lontano e spostare l'asticella dei tuoi obiettivi sportivi sempre più in alto.

Se mi guardo indietro posso identificare due, tra i tanti momenti, quelli che posso considerare cruciali per la mia carriera: uno negativo e l’altro positivo.

 

Quello negativo? La frattura della vertebre alla “Due Giorni Marchigiana”, gara Professionisti che si svolgeva proprio a Castelfidardo, città in cui all’epoca abitavo: una caduta che avviene ai 250mt dall'arrivo in pieno sprint, quando il gruppo ci sta per riprendere, vengo urtato e cado. 45 giorni a letto immobile ( era il 12 Agosto) a pancia all'aria e ulteriori 50 giorni di busto: un periodo estenuante, una riabilitazione molto lunga e complessa. Nonostante questo non ho mollato e la stagione successiva sempre in maglia Saeco, mi ripresento alla partenza del Trofeo Laigueglia per una nuova stagione.

Quello positivo è invece la vittoria di casa, il Trofeo Fred Mengoni a Castelfidardo: il mio Mondiale, la stessa gara che mi aveva visto atterrare sull'asfalto mi ha visto vincente 4 anni dopo, davanti a mia moglie, mio figlio, alla mia famiglia, ai mie parenti, amici, conoscenti, ad una città, Castelfidardo, che negli ultimi 500mt finali prima del traguardo, ho sentito esplodere di urla come non mai !

Un'emozione che non dimenticherò, come non potrò mai dimenticare quanto quella vittoria l’abbia sognata, studiata, aspettata, sudata.

Guardando indietro vedo molte rinunce e molti sacrifici ma oggi, alla soglia dei 40 anni, mi rivedo adesso più che mai in una delle frasi storiche del grande Nelson Mandela:  "Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso". Io, fino alla mia ultima gara, disputata il 3 Ottobre del 2010 ai Campionati del Mondo di Geelong in Australia, non mi sono mai arreso, ed oggi, a mio modo, mi sento vincitore. 

« TORNA ALLA LISTA ARTICOLI

CERCA NEL BLOG

CATEGORIE

ULTIMI POST